Note:

(1) L. BATTAGLIA, Etica e diritti degli animali, editori Laterza, 1997, Bari, pag.5

(2) J. OSWALD, Il grido della Natura, Satyagraha, Torino, 1994, prefazione

(3) J. OSWALD, op. cit., prefazione

(4) Lettera di Linneo a J.Gmelin, 1788; cit. in Carl Sagan e Ann Druyan, Shadows of Forgotten Ancestors, Random House, New York 1992, pag. 274

(5) H. SALT, I diritti degli animali considerati in relazione al progresso sociale, ed. Cosmopolis, Torino, 2001.

(6) H. SALT, op.cit

(7) Bentham infatti in un brano anticipatore aveva scritto : “Verrà il giorno in cui il resto degli esseri animali potrà acquisire quei diritti che non gli sono mai stati negati se non dalla mano della tirannia. I francesi hanno già scoperto che il colore nero della pelle non è un motivo per cui un essere umano debba essere irrimediabilmente abbandonato ai capricci di un torturatore. Si potrà un giorno giungere a riconoscere che il numero delle gambe, la villosità della pelle o la terminazione dell’osso sacro sono motivi egualmente insufficienti per abbandonare un essere sensibile allo stesso destino. Che altro dovrebbe tracciare la linea invalicabile? La facoltà della ragione, o forse quella del linguaggio? Ma un cavallo o un cane adulti sono senza paragone animali più razionali, e più comunicativi, di un bambino di un giorno, o di una settimana, o persino di un mese. Ma anche ammesso che fosse altrimenti, cosa importerebbe? Il problema non è: possono ragionare? , né possono parlare?, ma possono soffrire?” in Introduction to the Principles of Morale and Legislation (1789) London - New York, Methuen, 1982, c. XVII, sez. 1

(8) H. SALT, op.cit